1_I primi due esercizi di formazione della Leadership: il seduto e il richiamo
Parliamo di addestramento di formazione e della Leadership
L’Addestramento del cucciolo e l’Arte della Felicità
Continuo a fare una costante riflessione sulla Tecnica come sublime perfezione teorica e la sua volgare applicazione come espressione di quotidiana lotta tra la semplicità del fare e il vero e proprio talento di chi riesce ad essere Artista del proprio fare.
Capisco l’incredibile costernazione di Ludwig Wittgenstein, filosofo della razionalità ma anche della possibilità del dire, davanti alla perfezione e la complessità del calcolo matematico e alla scienza della costruzione e la grossolanità della loro applicazione al mondo reale, ad esempio nella edificazione della sua casa.
Condivido che la manualità e l’applicabilità alla fine si devono misurare con l’abilità e la nostra capacità di fare, ovvero con la nostra attitudine psico-motoria e le condizioni fisiche di realizzazione concrete e che sia la Filosofia che la Scienza si dovranno piegare alla pratica pur rimanendo strumenti più o meno soffisticati di calcolo e di teorizzazione ovvero avranno la funzione di accertare e predire la condizione di logica possibilità del divenire e dell’essere.
Alla fine arriviamo sempre ad un punto stabile che cito da “Sunto delle Lezioni di Zoognostica Canina” del Prof. Giuseppe Solaro Ed. ENCI, prendendo a prestito le parole di Lydtin:
Che cos è la teoria senza la pratica? Un vano tesoro.
Che cos’è la pratica senza la teoria? Un vano sforzo.
Quindi voglio procedere nella mia ricerca teorica cercando continuamente la sua conferma nella pratica applicazione, pienamente consapevole, come Wittgenstein, che nel passaggio a volte si perde un po’ di poesia ma sicuro anche che molto spesso la pratica, sfidando il linguaggio, è capace di creare una sinfonia dell’essere che nel divenire si fa arte del fare e che con un pò di talento a volte può raggiungere le dimensioni del sublime.
L’addestramento necessita di sviluppare abilità in relazione ad un nostro interesse definito e codificato in regole precise da usare al meglio per ottenere il risultato desiderato con il maggior successo e minor sforzo possibile.
Gli Esercizi quindi sono delle fasi applicative già finalizzate che dovrebbero far parte di una scala ben precisa di applicazioni studiate per facilitare la nostra preparazione formativa necessaria nella gestione di situazioni precise e conosciute nei termini specifici e generali e facenti parti di un programma più ampio e completo di realizzazione.
Gli Esercizi quindi sono delle parti semplici e complete appartenenti ad un insieme più complesso e hanno lo scopo di esercitare le nostre capacità e di imparare la gestione del programma su piccole e più semplici parti applicative.
Gli Esercizi di sottomissione hanno lo scopo di chiarire i ruoli nella interazione sociale(sono perfettamente cosciente che la terminologia non è delle più gradite ma voglio farvi capire che dobbiamo pensare “da cane” e il cane non ha morale e il termine “sottomissione” per lui non ha nessuna declinazione negativa anzi assume un carattere esistenziale di straordinaria importanza. Per noi, invece, è come andare in bicicletta in due, bisogna stabilire chi guida e chi pedala altrimenti le cose non funzioneranno mai bene).
Zara ovvero Fior d'Acqua Jazz un Uragano di potenza
Due esercizi semplici e divertenti che possono cambiarvi la futura vita con il vostro cane:
I primi due esercizi più importanti della vostra vita di relazione:
Leadership e innamoramento del cucciolo:
A) ovvero come dare da mangiare al cucciolo
B) ovvero come avere un richiamo perfetto
Esercizi Elementari di Formazione della Leadership:
(nota: se qualcuno, per vari motivi, sentisse emotivamente il termine Leader come eccessivo può sostituire il termine con Partner. Per cui parliamo pure di Partnership purchè si decida chi guida e chi pedala, e vi assicuro che è meglio che chi guida sia il Proprietario e non il cane)
Sono due tipi di esercizi, che in verità si possono esercitare nella naturale quotidianità senza dover fare delle sessioni di addestramento specifiche, e che hanno come obiettivo una collocazione. corretta e vantaggiosa per il proprietario, della posizione del cucciolo nella scala gerachica sociale del nuovo gruppo famigliare.
Sono due esercizi che servono per costruire con naturalezza e spontaneamente una situazione di Attenzione verso il proprietario, di Calma organizzativa e di condizionamento ad una posizione di risposta automatica subordinata alla Leadership del proprietario.
Contemporaneamente questi due esercizi fissano in modo estremamente radicato il Seduto, la Piazzata e il Richiamo.
Esercizio A): L’attenzione, la Calma e la Leadership
Pamela, un piccolo tesoro del Fior d'Acqua con il proprietario Alberto
Voglio la Pappa! Posso avere la Pappa?
Due posizioni decisamente diverse per il Soggetto che le articola.
La prima “Voglio…” pone il soggetto come soggetto Alfa nel rapporto di richiesta.
La seconda “Posso…” pone il soggetto richiedente nella posizione gerarchica Beta.
Gerarchicamente Alfa è superiore e dominante rispetto Beta.
Questo è quanto succede al momento in cui diamo da mangiare al nostro cane.
La Gerarchia in pillole:
La Gerarchia consente privilegi ma anche doveri, offre vantaggi ma anche pone l’onere della necessità dalla sua conservazione, insomma essere soggetti Leader a volte può essere stressante nella conservazione della posizione ma decisamente offre il vantaggio della gestione incondizionata.
Il Leader dovrà esercitarsi a continuare a essere tale, in quanto il cane verificherà la sua capacità di comando-gestione in continuazione ad ogni variazione ambientale.
In questo si può dire che il cane ci cambia veramente la vita!
Il Titolare della Leadership dovrà essere coerente ed equilibrato secondo le ragioni etologiche della realtà canina tutta da interpretare per l'appendista-Leader.
Dovrà esprimersi e comunicare in modo autentico, decisionale, sicuro e autorevolmente senza lasciare adito alcuno al dubbio o alla opinabilità.
Più saprà comportarsi da Leader più il cucciolo (aspirante anche Lui ma molto aperto ancora a lasciarsi condizionare con fiducia e lasciare il commando a chi senbra ne sappia più di Lui) gli sarà fedele nella crescita e più lo adorerà con tutto il suo essere.
Riconoscere il Leader come tale significa per il cane trovare stabilità nel gruppo-famiglia permettendo il crescere di rapporti equilibranti con i vari membri della famiglia trovando un proprio preciso spazio vitale e sociale adeguato, gratificante e soprattutto non conflittuale.
In questo modo la gerarchia è una condizione che gratifica e tranquillizza il gruppo sociale e ciascun membro che ne fa parte e diventa instabile solo qualora il Leader vacillasse nel suo essere, allora va in crisi tutta la scala gerarchica e i vari livelli dovranno ristabilizzarsi.
La gerarchia, nel cane, è esistenziale non è una condizione di lavoro dove, al limite, si può scegliere tra le varie offerte, ma, invece, per il cane, è l’unico modo di poter affrontare il suo mondo ed è un modo di essere totale che continuamente nella sua vita continua ad essere messo in discussione e tutta la tensione vitale del suo essere è sorretta proprio dalla conservazione di questo equilibrio “naturalmente instabile”.
Come possiamo esercitarci alla stabilizzazione gerarchica del Pasto?
Possiamo decidere noi il modo in cui somministrare il pasto al nostro cane !!!
Pamela sembra un pò più incuriosita
Poter essere o non poter essere, ecco il dilemma della vita del cane:
Questa condizione di dipendere da noi per molte circostanze essenziali della loro vita già di per sé è origine di alcune situazioni di conflittualità fondamentale nella vita del cane.
Il cane non potrà operare una scelta autonoma su due cose fondamentali: l’Alimentazione e la Sessualità.
Il cibo dipende da noi come la scelta del suo partner sessuale e neppure nei nostri confronti gli è possibile una aspettativa sessuale pur identificandoci come consimili.
A questo punto, quindi, l’essere il soggetto Alfa, per il cane, può diventare un vero problema, in quanto alcune scelte come, appunto, ad es la scelta sessuale e quella alimentare, per dirne solamente due, diventerebbero un problema di contraddizioni e conflitti costanti in quanto la decisione nelle cose da fare, prerogativa del Leader, non gli è concessa, anzi di più, nel concreto gli viene continuamente negata creando tensioni emotive non di poco conto con relativo stress e reazioni comportamentali di compensazione.
A dire il vero ci sono, appunto, continue situazioni quotidiane in cui il cane non può esercitare la sua condizione di soggetto Alfa, pensate solamente al fatto che non può guidare la macchina e decidere quando e dove andare a fare anche solo il giretto per i bisognini, non può decidere di sottomettere tutti i sfidanti alla gerarchia che incontra, non può decidere sul quando potete andare al lavoro o andare a fare la spesa senza di lui, non può segnalare il suo territorio domestico, ecc. ecc. un vero inferno sociale per un aitante giovane Alfa in carriera.
Ecco risolto quasi tutti i problemi del vostro cane!
Quasi tutti i disturbi comportamentali sono legati a questo giochetto dei rapporti sociali nel comportamento di gruppo.
Ecco perché è di fondamentale importanza che il cane trovi una sua giusta collocazione sociale nel nostro gruppo di appartenenza in relazione ad una scala gerarchica precisamente definita e continuamente controllata nelle saldature ( e se necessario ritornare a risaldare i rapporti ossidati).
In verità il cane continua a verificare la sua posizione gerarchica, in modo sottile e quasi impercettibile alla nostra attenzione ( per cui serve un attento addestramento), quasi in tutti i rapporti sociali e soprattutto nelle ricongiunzioni ( anche brevi, come andare in una stanza e poi ritornare, o uscire per il lavoro o per la spesa e poi ritornare a casa ) e se la nostra attenzione diventa sempre più rilassata e permissiva e piena di incoerenza (davanti agli occhi del cane, che contrariamente a noi, da molta importanza alle miscroespressioni e alla loro evoluzione di significato) il cane registra una crisi sociale e mette in atto subito le necessarie ( sempre secondo lui) strategie di controllo per una ristabilizzazione.
In verità anche la nostra vita è continuamente messa alla prova dalla verifica-conferma dei nostri ruoli nei rapporti sociali famigliari, di vicinato, amorosi e di lavoro, solamente che la nostra reazione a questi eventi-stimolo è automatica e quasi o del tutto inconscia e solamente quando gli stessi sono veramente clamorosi ci saltano all’ attenzione e all’ interrogazione riflessiva con una presa di coscienza di una crisi sociale, che pur avvisata con microeventi, ci giunge quasi sempre alla coscienza già ad uno stato avanzato degli eventi ( seppure magari dentro di noi un disagio si era già creato ma non ci sembrava sufficientemente rilevante).
Con il cane poi le microespressioni sono ancora più difficili da percepire perché non appartengono al nostro contesto biologico-comportamentale e quindi sono meno evidenti per noi e diventano un fenomeno di conoscenza piuttosto che di comportamento istintivo. Motivo per cui quando un problema ci giunge alla coscienza questo spesso è già profondamente radicato. Mentre nei rapporti con i nostri simili si ha comunque una percezione interiore di disagio che anticipa la crisi, con il cane questo punto di rottura, questa, appunto, crisi dei rapporti sociali ( se non si è esperti del loro comportamento) normalmente giunge con sorpresa e del tutto inaspettata.
Prepariamoci alla esecuzione dell'esercizio pratico:
Si prende la ciottola e si riempie con la quantità giusta di pappe.
Normalmente il cucciolo è già in trepida attesa vedendovi indaffarati per questo importante evento.
Ci sono dei fondamentalisti che consigliano di dare da mangiare al cucciolo dopo che abbiamo mangiato noi ma oltre che eccessivo, nel cucciolo, è anche una questione di problematica di orari.
Sempre gli stessi rigorosi estremisti, allora, suggeriscono almeno di far finta di mangiare qualcosa prima della consegna delle pappe e ancor meglio farlo davvero in modo che la scena sia più veritiera e quindi se qualcuno vuole approfittare del momento per un aperitivo con un po’ di salatini o tartine o semplicemente uno snack oppure un succulento panino con il salame è libero di poterlo fare ma personalmente non lo considero una condizione necessaria.
Mentre prepariamo il suo pasto possiamo anche tranquillamente parlare con il cane che così ha l’impressione che la cosa lo riguardi sempre di più e soprattutto il vostro fare crea aspettativa e solletica l’attenzione del cucciolo alle vostre gesta.
Ma la parte più importante avviene al momento della consegna:
ora il cucciolo è tutto esaltato nel veder l’avvicinarsi del momento e si metterà davanti a voi, che tenete la ciotola in mano, esibendo una serie di comportamenti esplorativi nel tentativo di riuscire ad arrivare alla ciotola es. saltando verso di voi, girando attorno a sé stesso , abbaiando e continuando questo iter di tentativi “per prova ed errori” tanto più voi aspettate.
Ciò che dovete fare è proporre la consegna della ciotola parlando al cane e chiedendogli: “Vuoi la ciotola”, “di chi è questa pappa”, “ma che bravo il nostro cuccioletto che adesso mi fa vedere che si mette tranquillo al seduto”, abbassandola, se il cucciolo si allontana da noi, e alzandola, se si avvicina troppo, quel tanto che il cane però ancora non riesce a accedere alla stessa, e tirandola poi via di nuovo, verso di noi, avvicinandola al nostro petto, come se fosse cibo nostro che elargiamo a Lui solo perché si stà comportando con rispetto e educazione e fa parte della famiglia.
Lasciamo che le cose maturino, continuando a parlagli in modo suadente e cercando di coinvolgerlo però senza aumentare al eccesso la sua eccitazione.
Se portate un attimo di pazienza e continuando a presentare la ciotola abbassandola quasi alla sua portata e poi alzandola nuovamente se il cane cerca di conquistarla come se fosse una cosa nostra che vorremmo tenere ma allo stesso tempo siamo tentati di dargliela e, infine, sacrificandoci, a lui, continuando a chiederli di sedersi prima, cedessimo nel intento per arrenderci alla consegna, (una specie di tira e molla come con il tiro della fune oppure creando una tensione di equilibrio come quando sfidiamo qualcuno a prenderci qualcosa dalla mano ma in estremis non gli concediamo la conquista mantenendo sempre una distanza di sicurezza al limite del filo di rasoio).
Nella sua agitazione e nel tentativo di usare tutti i comportamenti conosciuti al fine di risolvere il problema del accesso al cibo, il cucciolo prima o poi finirà per sedersi.
Ecco il momento giusto, dove dobbiamo essere tempestivi e abbassare la ciotola affinché vi possa accedere il cucciolo, dicendogli ovviamente che è stato bravo e dandogli una bella carezza a due mani sulla testa passandole calorosamente sulle guance e lasciandolo, finalmente, mangiare.
Questo Esercizio dovrà essere ripetuto ogni volta che date da mangiare al vostro cane compreso l’istante in cui gli darete anche solo un bocconcino per un premio meritato.
Pamela si è convinta...ogni cosa richiede il suo tempo
In tutti i casi trasformare la consegna di qualcosa in un esercizio di attenzione e autocontrollo è sempre vantaggioso.
Se sarete perseveranti già dopo poche volte vedrete dei miglioramenti velocissimi e vi accorgerete che in fretta il cucciolo capisce che se si siede in fretta avrà più velocemente il meritato pasto e più attento è al vostro comportamento tanto più facile sarà cogliere l’attimo giusto.
Ovviamente non dovremmo accontentarci subito dei primi risultati raggiunti ma dovremmo ben presto stare attenti alla perfezione del seduto, alla sua durata che dovremmo cercare di rendere sempre un po’ più lunga mettendo alla prova la sua pazienza e alzando subito la ciotola se per qualche ragione il cucciolo sarà troppo impetuoso o esuberante e/o si alza prima che la ciotola raggiunga il pavimento.
Altra buona norma è variare tra il seduto e la posizione di piazzata in piedi, anzi la piazzata sarebbe auspicabile adottarla come prima posizione richiesta essendo la più difficile da ottenere ed essendo il seduto molto condizionante per la comodità di poter guardare meglio verso l’alto.
Se il cucciolo si siede mentre gli chiediamo la piazzata ( l’ordine è “fermo” o “stai” ) si ritira la ciottola fuori portata, facendo alcuni piccolissimi passi indietro in modo da costringere il cucciolo a seguire i nostri movimenti alzandosi dal seduto per poter venire avanti e solo allora dargli la ciotola (non alzate troppo la ciotola perché ciò induce il cucciolo a guardare verso l’alto e a suggerirgli la posizione di seduto).
Qualcuno addirittura arriva ad estendere l’esercizio mettendo giù la ciotola facendo una specie di tiramolla fra “te la do” ma solo se stai fermo seduto altrimenti “la tolgo” fino ad arrivare a depositare la ciotola a terra e acconsentire l’accesso alla ciotola solo su comando, ma questo è già un’ estensione dell’esercizio base che ha finalità già più complicate.
Importante è che il cucciolo nell’apprendimento dell’Esercizio impari a capire alcune regole fondamentali:
1) è più vantaggioso chiedere che cercare di pretendere
2) è più vantaggioso stare tranquilli che agitarsi inutilmente
3) più attenti si è a ciò che fa il proprietario più facile è carpire le sue intenzioni e il momento giusto della sua azione
4) saltare addosso non è vantaggioso quanto esibire un perfetto seduto o una bella piazzata
5) il cercare di catturare ciò che si desidera dalle mani del proprietario non ottiene nessun risultato
Risultato :
A) il cucciolo comincia ad apprezzare il proprietario come figura di particolare importanza e rilievo sociale e a cui è meglio e più vantaggioso prestare la massima attenzione.
B) La condizione di eseguire delle azioni per ottenere ciò che lo interessa lo pone automaticamente in una situazione subalterna disponibile ad accettare positivamente la sottomissione
C) La distanza fisica del stare “seduto” o “in piazzata” anticipa una distanza di rispetto che dovrà consolidarsi sempre di più durante la crescita, l’inserimento nel gruppo sociale e nella formazione delle gerarchie
Esercizio B): Il Richiamo perfetto
Un altro esercizio semplice da fare, a livello di un giochino divertente, ma pieno di conseguenze interessanti e utili alla convivenza futura, e assolutamente adatto all’ età del cucciolo appena arrivato a casa che cerca di orientarsi in un mondo nuovo e pronto a fissare i suoi primi e fondamentali riferimenti sociali è il RICHIAMO.
Il Richiamo non è solo banalmente utile ma comporta anche una serie di condizioni sociali e relazionali che presumono un particolare punto di vista che con il cucciolo è vantaggioso incominciare a sviluppare il prima possibile anche se la maturazione di tale rapporto richiederà un po’ più di maturità.
Intanto, come premessa all'esercizio, serviranno dei premi che fungano da rinforzo al comportamento desiderato.
I premi è meglio che siano succulenti, pratici e non abituali.
Personalmente mi diletto a prepararmi i “bocconcini” da solo e scelgo a tal proposito, soprattutto per il cucciolo, il formaggio che oltre che essere appetitoso fa bene al cucciolo ed è pratico da tenere in mano ( c’è chi si accapiglia addirittura in modo inverosimile in questa attività fino quasi alla ossessione, soprattutto negli Handler più o meno specializzati, usando Wurstel a pezzetti, o dei pezzetti di fegato fatti essiccare al forno, pesciolini essiccati e altro ancora di più o meno orripilante).
Si prende una fetta di spessore di circa 8mm di formaggio tipo Fontina o Emmental o Asiago ecc. , insomma un formaggio che non si sgretoli troppo facilmente e dal sapore non eccessivo, e la si taglio a cubetti di circa 8mm.
Questi bocconcini di solito sono molto graditi ai cani e sono di 1à qualità nutrizionale.
Iniziamo l’esercizio:
Si può anche fare in casa alla stregua di un esercizio di attivazione mentale ma è più rilassante ed efficace farlo in giardino o in uno spazio esterno sicuro dove il cane possa trovare molti più elementi di distrazione e interessi diversi da coltivare e che non comprendono necessariamente il nostro coinvolgimento.
Cosa fare:
1) Lasciare che il cane si distragga e si allontani discretamente da noi, iniziando senza esagerare nelle difficoltà e distanze, in modo che l’esercizio abbia un più probabile successo.
2) Una volta che il cucciolo è distratto e segue i suoi interessi, dimenticandosi di noi, attiriamo la sua attenzione chiamandolo per nome ed esortandolo in modo entusiasmante a venire da noi, accompagnando anche al nome un ordine preciso es “Vieni” (o per chi vuole usare la declinazione tedesca: Komm), accucciandoci a ginocchia piegate battendo le mani, ecc.
3) Quando il cucciolo risponde ai nostri inviti, lasciando perdere gli altri interessi e concentrando la sua attenzione su di noi, arrivando di corsa, lo accogliamo con entusiasmo manifestandogli la nostra felicità e approvazione nel modo più caloroso come se avesse fatto chissà che cosa di straordinario.
Al suo arrivo gli elargiamo anche una serie di carezze energiche e piene di personalità che facciano sentire il nostro apprezzamento anche fisicamente e subito diamo al cucciolo, facendolo vedere e annusare bene, il bocconcino di formaggio continuando ad elogiarlo e parlandogli del bocconcino e della sua bontà.
4) Appena mangiato il bocconcino instauriamo con lui un po’ di attività ludica molto fisica e parlata invitandolo a seguirci e a prenderci e magari usando anche un giochino che attizzi il suo spirito predatoriale.
5) Esaurito l’ardore del entusiasmo ritorniamo ad una attività un po’ più libera e lasciamo che il cucciolo si distragga nuovamente con i vari stimoli ambientali fintanto che si allontanerà di nuovo da noi occupato a seguire un nuovo interesse.
Questa prima parte dell’Esercizio va ripetuta più volte, non troppo vicine le una dalle altre temporalmente e spazialmente parlando, sempre e solo nei momenti in cui il cane si distoglie dalla nostra attenzione e si distrae con stimoli ambientali lontani da noi e dalla nostra unione di gruppo.
Solo quando avrà fissato bene questa prima parte si passa alla seconda parte:
1) attiriamo, di nuovo, l’ attenzione del cucciolo, distratto, chiamandolo per nome ed esortandolo in modo entusiasmante a venire da noi, e probabilmente ora non serve neppure più che ci accucciamo a ginocchia piegate battendo le mani, ecc. ma è sufficiente batterci con le mani sulle ginocchia o meglio sul o davanti al petto restando diritti e chiamandolo da noi facendo seguire al suo nome l’ordine precedentemente già usato “Vieni” ( oppure il più vichingo Komm).
2) Il cucciolo ripeterà con piacere il gioco già fatto con successo e vi arriverà immediatamente di corsa e con entusiasmo aspettandosi il Bocconcino di formaggio.
3) Però, a questo punto, estendiamo l’esercizio legandolo a quello precedentemente già imparato per chiedere la consegna del cibo e al arrivo del esuberante cucciolo gli suggeriamo un po’ di calma e contegno con modo suadente e rassicurante incuriosendolo alla nuova iniziativa e mostrandogli cosa abbiamo in mano, ovvero il bocconcino di formaggio, però senza permettergli di averlo subito ma esibendo un gesto di possesso in cui il bocconcino che abbiamo appena fatto vedere lo portiamo verso il nostro petto (gesto possesso!) dicendogli: lo vuoi?...ma è tuo o mio?...sei sicuro che lo vuoi davvero?...dai fammi vedere cosa sai fare!!!...prova a sederti (Sitz!)…cosa ne dici?...ti siedi dai…See-duu-to!!!
4) Il cucciolo dopo pochi tentativi di risposte inappropriate userà il repertorio già appreso e esibirà un bel seduto e al quale noi dobbiamo immediatamente rispondere con la consegna della ricompensa-rinforzo continuando a parlargli e a elogiarlo con carezze e inviti al gioco.
5) Molto importante è la mimica di possesso e quella di esibizione e invito alla consegna del bocconcino che devono alternarsi in risposta al comportamento del cucciolo. Di ritiro verso in nostro petto o alla nostra bocca o sollevato davanti a noi quando il cucciolo cerca di conqusiatarlo senza esibire un comportamento di richiesta adeguato ( il seduto o la piazzata!). Di invito alla consegna, abbassandolo ad una altezza dove il cucciolo potrebbe quasi farcela a prenderlo anche liberamente esibendolo al cucciolo con aria di sfida e invitandolo a rubarvelo, per poi ritirarlo al petto al primo tentativo del cucciolo di prenderlo, ammonendo con delicatezza e curiosità es. …ah no caro mio, prima voglio vedere quanto sei bravo!…prova a sederti dai!... cosa dici, sei così bravo davvero?...bisogna attirare la sua attenzione verso di noi e verso la nostra mimica!!!!
6) Appena il cucciolo adotta la piazzata o il seduto tranquillamente possiamo decidere la consegna del premio e con determinazione e velocemente gli diamo il bocconcino continuando a parlagli e invitandolo al contatto fisico e giocando con lui.
7) Il seduto viene indotto quasi automaticamente dal fatto che il cucciolo, dopo aver provato, con insuccesso, ogni tipo di comportamento da lui conosciuto, per guardare verso l’alto per cercare di capire il nostro intento si siede, come per chiedere: …e allora, cosa facciamo? Allora dovete intervenire consegnando il premio per rinforzare il comportamento esibito, ovvero il seduto che così tende a fissarsi come una strategia vincente.
8) Per la piazzata, che di solito viene adottata da chi in futuro non vuole che il cane si sieda ma presti l’attenzione mantenendo la figura di Piazzata ( al ordine Stell!, in tedesco che corrisponde al nostro fermo in piedi! o resta!) con la massima tranquillità e serenità, in attesa del bocconcino come viene fatto nella presentazione dagli Handler nelle Esposizioni di Bellezza.
Per ottener la piazzata bisogno non sovrastare troppo il cucciolo e offrirgli il bocconcino più in basso in modo che non sia costretto ad alzare troppo la testa che induce l’automatismo per il seduto e se, per caso, il cucciolo si siede per riflesso o stanchezza fare qualche passettino indietro, allontanandosi dal cucciolo, in modo che lo stesso si alzi quel tantino che lo porta nuovamente in piazzata senza veramente indurlo al movimento.
In verità l’arte stà tutta nel creare un equilibrio tra il stare a quella distanza che fa sentire il bocconcino appena fuori portata e allo stesso tempo non troppo lontano da sembrare irraggiungibile.
9) Molto importante è, inoltre, la nostra capacità di dare molto peso e vericità alla sua bravura insinuando una importanza esagerata che deve realizzare la felicità e la voglia di accontentarci, del cane, ricavandone un piacere anche sociale oltre che alimentare.
10) Il contatto fisico è importante e le carezze sono un mezzo di comunicazione straordinario ma bisogna stare attenti che il nostro intervento non esalti il cucciolo spingendolo ad esibire un temperamento eccessivo che rischia di far trasgredire la correttezza del esercizio: Il cucciolo deve esibire il comportamento di richiesta al seduto o in piazzata fin tanto che non avremo consegnato il premio, senza alzarsi prima o mostrare troppa irrequietezza e impazienza. Nel caso succedesse questo inconveniente bisogna subito intervenire ritornando a fissare l’esercizio facendo un passo indietro e ritirando il premio fino alla ricomposizione della attenzione e della tranquillità alla quale solamente dobbiamo rispondere con il premio-rinforzo.
Questo esercizio, come il precedente, va eseguito in particolar modo quando il cane è distratto da noi e va richiesto senza diventare noioso ma deve sempre convincere il cucciolo che l’esperienza è entusiasmante e comunque fruttuosa o di premio alimentare e/o sociale.
Dopo che questo comportamento è stato fissato per bene allora è necessario diminuire l’intervento e l’uso dei bocconcini e alternarli, in modo non regolare e sempre più distesi nel tempo, con il premio sociale e/o con il gioco predatoriale, preferendo concentrare il cucciolo sul piacere del rapporto che non sul mero guadagno alimentare. La ricompensa alimentare dovrebbe sembrare il frutto di un lavoro fatto insieme come se insieme avessimo adottato una strategia vincente che ha portato al guadagno alimentare. Stimolare solamente la golosità del cucciolo è antiproduttiva e non dura a lungo oltre che non servirvi nulla nella determinazione e creazione della Leaderhip e dell’ innamoramento.
Quindi questo tipo di gioco può essere esteso in situazione diverse e in ambienti diversi in modo da aumentare le difficoltà (da superare produttivamente insieme!) e la qualità e il tipo di interferenze ambientali distraesti, in modo da ottenere un coinvolgimento del cucciolo in tutte le situazioni possibili e con un aumento del gradiente di fiducia del cucciolo nei vostri confronti e nelle vostre capacità direzionali.
Alla fine con questo tipo di esercizi che cosa siamo andati a stimolare e a costruire nel cucciolo e nel giovane cane?
1) Il vantaggio di avere un cane che risponde prontamente e senza esitazione al RICHIAMO considerandolo una cosa piacevole e gratificante in tutti i sensi e stimola la solidarietà sociale rafforzando la qualità e la posizione della vostra Leadership sviluppando una fiducia assoluta nei vostri confronti.
2) Il vantaggio di avere un cane che vi presta attenzione anche quando è libero e che non si allontana mai troppo da voi ma che invece vi tiene sempre sotto controllo pronto a interagire con voi con la massima fiducia e felicità.
3) Il vantaggio che al richiamo il cane oltre che arrivare di corsa, poi, frena e si fermi diffronte a voi, in attenzione e senza saltarvi addosso dall’entusiasmo ma conservando quel rispetto della Privacy interpersonale che vi elegge ad un rango superiore nella scala gerarchica.
4) Il vantaggio che il vostro cane impara velocemente a capire che essere attenti, educati e a modo (e chiedendo piuttosto di pretendere) fa si che si ottiene più velocemente e facilmente quello che interessa a lui e anche a noi.
Questi due esercizi sono straordinariamente facili da fissare in questo periodo di socializzazione del cucciolo e di sviluppo del giovane cane, in quanto esercita il primo impatto forte, una specie di Imprinting, con la Leadership orientata verso Proprietario-Leader che si trasforma naturalmente in un preciso posizionamento di riferimento sociale di importanza strategica per il futuro cane adulto.
Questa fase dello sviluppo del cucciolo risulta particolarmente idonea per apprendere questo genere di informazioni e il cucciolo sembra predisposto, per natura, ad apprenderle con facilità come se le cercasse da sempre, come se ci fossero delle capacità innate, dei schemi motori fissi, appunto, che non vedono l’ora di essere scoperti e attivati ed è sufficiente inserire le chiavi nella serratura giusta e al momento giusto che si apre una porta che spalanca nuove dimensioni verso una realtà straordinaria, quella del nostro cane e del suo mondo speciale ancora tutto da capire ma di incredibilmente fascino emotivo ed intellettuale portandoci in una dimensione Panica a cui non siamo quasi più abituati.
Questo è un momento importante della sua vita che poi sfuggirà nella sua naturalezza e spontaneità.
Quindi vale la pena cogliere l’attimo prima che ci sfugga per sempre.
Nota:
Un Richiamo perfetto nato per caso
Esiste un “giochetto”, magari un po’ malizioso, ma a fin di bene, che esaspera il comportamento di attaccamento del cucciolo, e poi del giovane cane, e quindi di rispondere al richiamo con esagerato senso di responsabilità ( e che, per altro, aumenta anche in modo esponenziale la vostra immagine di Leader nei confronti del cane). Questo giochetto consiste nell’associare al richiamo (ovviamente solo dopo che il richiamo è già perfettamente consolidato!!!) un evento importante, diciamo, “quasi sconvolgente” (ma studiato e pensato sempre e solo a fin di bene) quale ad es. creare una situazione di smarrimento del cucciolo in una situazione di paura di essere lasciati soli in uno spazio non famigliare e/o di aver perso il proprietario-Leader di riferimento.
Questa situazione ( che può presentarsi anche casualmente nella vita quotidiana di tutti i giorni) di “esercizio per caso” può essere anche preparato e costruito per bene.
Per il cucciolo in particolare, ma funziona ancor meglio nel giovane cane, è un esercizio che induce notevole stress e deve assolutamente trovare una soluzione positiva e gratificante per il cane.
L’esercizio deve essere preso molto sul serio con una costruzione teatrale della scena con molto realismo e credibilità se si vuole un risultato che produca una’attaccamento molto radicato al proprietario.
Vi descrivo come sono giunto personalmente del tutto “per caso” a questo esercizio:
A me è capitato con il nostro “Puck” (così avevamo chiamato il nostro primo cane) un pò per caso e un pò per gioco ( accorgendomi solo dopo con quale apprensione il mio cane avesse preso la situazione e come questa gli ha però anche “fissato” in modo indelebile ed esageratamente deciso il richiamo e l’attenzione al proprietario).
Successe tutto così:
Insieme a mia moglie, una sera, ero andato a fare una passeggiata con il nostro “Puck” ed eravamo giunti in un area di parcheggio molto grande vicino alle Piscine Comunali dove vi erano innumerevoli alberi storici ad alto fusto e l’ area, essendo sera, era quasi priva di macchine e non vi erano persone ed essendo chiusa con una buona recinzione ci eravamo fidati a lasciare libero il cane perché potesse girare senza il solito obbligo del guinzaglio.
Improvvisamente, così per gioco, essendosi il nostro “Puck” allontanato un po’ di più di quello che la nostra certezza e fiducia nella sua ubbidienza e affidabilità al richiamo ci sembrava potergli permettere, mi avvicinai al cane, allontanandomi da mia moglie, cercando di richiamare la sua attenzione perché venisse da me.
E come spesso volentieri succedeva, il bravo ma anche furbo e inpertinente “Puck” capì subito che volevo limitargli la momentanea libertà di scorazzare libero per tornare a prenderlo al guinzaglio e/o per tornare a casa e come risposta si allontanò da me.
Fortunatamente, nella sua gioia di giocare a scapparmi via, corse spensieratamente verso mia moglie che ebbe la prontezza di riflesso di prenderlo al volo e di fargli un sacco di feste per esser tornato da Lei.
In quel momento, un po’ per rabbia un po’ per intuito innato, feci una cosa che sconvolse la vita di “Puck”, mi nascosi dietro ad un albero!!!
Mia moglie colse l’occasione al volo (e il tutto senza che mai ne avessimo parlato e combinando, così, per puro caso, un esercizio perfetto) e, rivolgendosi, al Puck disse, con aria preoccupata e incuriosita allo stesso tempo:…Puck dove’è Massimo?...dove lo hai lasciato che non lo vedo più?...cercalo!!!...dai dov’è?
La voce di mia moglie probabilmente sarà stata particolarmente significativa o non so cosa abbia capito il Puck ma all’ improvviso il sicuro e spavaldo cane che era in Lui si è trasformato in un essere ansioso e preoccupato che aveva perso improvvisamente qualcuno a cui teneva davvero e si mise a correre alla disperata frignando dall’ansia in cerca di dove potevo essere.
Lo lasciai fare un po’ divertito, rimanendo nascosto dietro l’albero, e in verità non capendo perfettamente neppure io cosa stava succedendo nella testa del povero cane, e, poi, all’ improvviso me ne usci chiamandolo con entusiasmo e dicendogli quanto era stato bravo a trovarmi, cosa che fece impazzire di gioia il Puck ( a dire la verità non era solo gioia ma anche un miscuglio di sentimenti felici ed entusiastici con dentro anche un po’ di rabbia, infatti mi insegui pizzicandomi dappertutto con la punta degli incisivi fin tanto che dovetti tenerlo fermi fin tanto che si tranquillizzò).
Ma non è finita, mia moglie ebbe un colpo di genio, o forse non voleva essere di meno di me e vedere se il Puck trovava anche Lei, ma di fatto, fec qualcosa che Puck mai e poi mai si sarebbe aspettato, e si nascose, anche Lei, senza essere vista dal cane e quando me ne accorsi feci come aveva fatto in precedenza Lei mi misi a dire in modo preoccupato: Puck dov’è Paola?...ma l’hai persa che non la vedo più?...dove è?...dai cercala poverina? E la riposta fu immediata e identica, se non peggio a quella precedente, e Puck cominciò come un pazzo a correre a destra e a manca, su e giù nel disperato tentativo di trovare Paola che non vedeva più e da cui aveva distolto la sua attenzione solamente per un momento e per il buon motivo di cercare me.
Quando Paola usci dal suo nascondiglio dietro l’albero non vi posso descrivere la gioia, mista a preoccupazione, ansia e un po’ di stizza che aveva Puck che saltò addosso a mia moglie straripando di gioia, amore, affetto e pizzicandola dappertutto.
Non è finita ancora perchè il giochino lo continuammo per un bel po’ di volte divertiti da tanta schiocca ( per noi) paura di perderci del nostro cane e la straripante felicità che provava quando ci trovava e anche dal fatto che nella gioia si arrabbiava da morire per il nostro comportamento per nulla rispettoso e normale dal suo punto di vista di Capo- Branco.
Alla fine andammo a casa è il Puck crollò sul pavimento, in un sonno profondo, davanti alla TV e non si risveglio più fino al mattino dopo esaurito nelle forze e nella psiche.
Ma da allora non è più successo che ci perdesse d’occhio e/o che non tornasse immediatamente al richiamo.
Puck, nella sua purtroppo breve vita, è stato il cane di cui avrei potuto, più di qualunque altro, fidarmi ciecamente e senza alcun dubbio che in qualunque situazione e luogo se l’avessi chiamato nulla e nessuno avrebbe potuto fermarlo.
A volte lo stress è uno degli ingredienti che consolida e cementa un’esperienza in modo indissolubile.
A volte il successo degli esercizi è dovuto alla combinazione fra momenti e eventi che si intrecciano perfettamente e al momento giusto, facendo nascere quasi spontaneamente le associazioni giuste, e spesso il caso e la fortuna possono giocare un ruolo determinante, per cui l’organizzazione del esercizio deve essere il più perfetta possibile.
A voi l’avventura del divenire!!!
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