Non è il caso di “fasciarsi” la testa prima, ma comunque è sempre opportuno porsi alcuni interrogativi di ampio raggio e con una visione d’insieme più oggettiva possibile.
Sfatiamo subito l’idea che il Labrador Retriever non può stare troppo tempo da solo, o che è assolutamente necessario farlo correre liberamente almeno un certo tempo al giorno, di solito immaginato in modo “esagerato”, oppure, che bisogna potergli offrire uno spazio sufficientemente grande perché possa sfogarsi e non essere sacrificato in spazi domestici troppo piccoli(cosicchè, alla fine, poi, rischia di finire annoiato, e da solo, in un grande e desolato giardino).
Neppure è vero che ve ne combinerà di tutti i colori, e che si finisce per dover dire “addio” a mobile e divano, e chissà che disastro sarà per i suoi bisognini. Tutto questo non è affatto vero e sono idee che appartengono alla fantasia, un po’ “malata”, di persone prevenute e, inconsciamente, spaventate da “fobie” immaginarie di tipo igieniste, e sono fenomeni che, normalmente, se succedono, capitano solamente a coloro che non capiscono le vere esigenze del cucciolo, antromorfizzando le sue esigenze, credendole, ovviamente, identiche a quelle dell’uomo, e molto spesso non si rendono neppure conto che queste convinzione, “umanizzate”, sono, addirittura, delle distorsioni, manipolate inconsciamente dal nostro modello socio-culturale, dominato dalla paura di sconvolgere la nostra quotidiana routine esistenziale, assopita, in modo subdolamente ingannevole, da un immagine di perpetua tranquillità e benessere incondizionato.
La verità è che la cosa più importante da al vostro Labrador Retriever è uno spazio di qualità, uno spazio nella nostra vita di Relazione, in un Ambiente famigliare e ricco di stimoli attivi.
Sembra ovvio, ma maggior parte dei problemi nasce proprio perché si sottovaluta questo aspetto, e si da, troppo facilmente, per scontato alcune cose della nostra Vita che spesso non lo sono affatto, preoccupandosi di più alla quantità dell’impegno piuttosto che alla sua qualità, e, vi assicuro, che è più difficile soddisfare, soprattutto con una certa continuità, la seconda piuttosto che la prima delle due condizioni.